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19/01/2024
L'arte di piegare con arte
L'arte di piegare con arte
di Angelo Garini

Ho incontrato Roberto Vigorelli, in occasione della sua ultima mostra presso il Consolato del Giappone a Milano.
Un’occasione felice per poter ammirare, tutte insieme, molte delle sue realizzazioni, ma, soprattutto, l’occasione per entrare un po’ di più, in un mondo affascinante e misterioso, fatto apparentemente di sola carta, ma in realtà espressione di un pensiero antico e manifestazione di grande arte.

Partiamo dalle origini, sia dell’arte specifica di cui stiamo parlando, sia della sua esperienza in questo ambito.

Qual’è la storia dell’origami e come nasce il suo interesse per quest’arte?


.Determinare la data di nascita degli Origami (dal Giapponese ORI = Piegare & KAMI = Carta) è praticamente impossibile.
Facendo un passo nel tempo, dobbiamo partire dal 103 d.c in Cina dove fu “scoperta” a carta da uno sviluppo di precedenti materiali e dalla necessità di perfezionare il mestiere dello scrivere.
Piegare la carta quindi, rimane un’attività casuale sino ad approdare ufficialmente in Giappone nel IX secolo d.c, quando, durante rituali religiosi, apparvero nei templi, i primi “ go – hei” (strisce di carta piegate a zig-zag)

L’arte di “piegare la carta” rimane confinata in Giappone sino al 1860, quando un prestigiatore giapponese in tournée in Europa, lasciò a bocca aperta il pubblico, mostrando un gru (Tsuru) di carta che muoveva la testa tirando la coda.
Per parlare di una più capillare diffusione di quest’arte , bisogna attendere la seconda metà del secolo scorso col Maestro Akira Yoshizawa, il fondatore degli origami moderni

L’interesse per questa arte nasce nel 2012 durante un viaggio di piacere in Giappone, osservando con stupore ed ammirazione una signora che ha piegato per quasi tutto il tempo del volo, terminato il quale, mi regalò una rosa che tutt’ora tengo custodita gelosamente in casa . Da quel momento mi si è aperto un mondo, che potrei definire ….magico!
Japanese Flan
Japanese Flan
Ho capito, osservando le sue opere, che esiste un mondo fatto di artisti, che creano modelli che vengono poi replicati all’infinito da altri artisti. Credo che questo sia la dimostrazione che si tratti di un arte in cui la tecnica, direi addirittura, l’approccio scientifico, sono più importanti della creatività personale, è così?

Vero in parte.
Vede, se da un lato c’è la replica all’infinito di un modello, dall’altro vi è l’interpretazione che si vuole dare. Ed è qui che la creatività personale prende il sopravvento: due modelli piegati con carta o dimensioni differenti, creano emozioni finali divergenti. Inoltre l’osservatore può dare anche una sua libera narrazione
Ed è piegando modelli di altri autori (esiste una regola non scritta, la quale dice di scrivere sempre l’autore, come forma di rispetto del lavoro creativo) nascono le “variazioni” o addirittura modelli nuovi
Kawasaki Rose by T.Kawasaki
Kawasaki Rose by T.Kawasaki
Cosa definisce il valore artistico e l’originalità di un’opera?

Il valore artistico viene rapportato alla complessità del modello e all’impegno necessario per realizzarlo (non sempre in relazione al “tempo”: non è raro vedere modelli apparentemente semplici, ma con pieghe complesse) L’originalità sta dalla parte di chi guarda, in relazione al contesto in cui è inserita.

Esistono regole precise a cui attenersi per la realizzazione di un modello?

Poiché la maggior parte dei modelli nasce da un quadrato ,raro un rettangolo, è di fondamentale importanza avere le basi della geometria piana. Infatti se si dovesse “aprire” un modello, si notano tante linee, chiamate “di riferimento”, che “raccontano” la storia del modello stesso, fatto di pieghe con angolazioni differenti nello spazio, ne è un esempio, la capacità di dividere un quadrato in parti dispari, senza l’uso del righello o del goniometro.
Dietro ogni opera vi sono studi matematici di alto livello, però le svelo un segreto: non sempre ne abbiamo coscienza, viene in automatico
Kimono By Roberto Vigorelli
Kimono By Roberto Vigorelli
L’elemento imprescindibile di un origami è la carta, ma ne esistono di infiniti tipi, quali sono quelle che vengono utilizzate principalmente?

Esistono vari tipi di carta ma non sempre adatti per ciò che si vuole realizzare. Ad esempio per un modulare (geometrico) è consigliabile una carta leggermente più spessa rispetto a quella per fotocopie.
Invece per un figurativo, bisogna porre l’attenzione alle difficoltà o meno di esecuzione (il punto di strappo della carta, se sollecitato, è sempre dietro l’angolo). In linea generale si utilizza la Kami, Tissue Foil (tra due strati di velina si inserisce uno di alluminio utilizzando la metilcellulosa come collante), Washi (patrimonio dell’Umanità).
Da un paio d’anni, sto utilizzando la carta forno poiché crea dei giochi di luce in trasparenza , riprendendo i lineamenti di mosaici arabeschi.

Piegature della carta e meditazione, c’è un nesso tra le due cose?

Sì, molta!
L’origine degli origami è connessa alla cultura Shintoista: ciclo della vita e accettazione della morte. La bellezza, a mio avviso, non sta tanto nella carta, sebbene ne sia un elemento rilevante, ma nella sua trasformazione, nella forma che ogni volta assume.
Secondo la filosofia giapponese “nulla è fisso, tutto si trasforma” e gli origami aiutano a ricreare, ricercare il bello, favorendo lo sviluppo della creatività e la nascita di nuove idee.
Emperor by Hoan Trung Than
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Quali consigli si potrebbero dare a chi desidera approcciarsi a quest’arte?

Sicuramente avere calma e pazienza. Quanta carta è stata buttata prima di rendere definitivo un modello! Di certo, studiare le basi delle pieghe (valle, monte, quadrata, “della gru”, “del “fiore” etc) ed esercitarsi nella manualità, facendosi “rapire” degli schemi, ovvero dai vari passaggi per la realizzazione di un modello.
Ma il consiglio più importante che voglio lasciarvi è questo: le prime volte nulla verrà con precisione: lasciatevi trasportare dalla magia di quest’arte e chissà, magari potrete inventare qualcosa di nuovo!

Grazie mille Roberto, prima di salutarci, non posso che suggerire ai nostro lettori l'idea di utilizzare oggetti così belli e delicati nella decorazione delle loro case, delle loro tavole e magari anche dei loro matrimoni. Se qualcuno fosse interessato potete trovare Roberto nella sua pagina Instagram

@robythedreamer

In apertura Butterfly by XIao Yao
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Lacrime di Hiroshima by Roberto Vigorelli
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Scatola Versailles
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