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16/04/2024
Lillo Letters, l'arte dell'insegna
Lillo Letters, l'arte dell'insegna
di Angelo Garini


Cari lettori , ecco ancora una volta un regalo dei social, che, come sapete, considero una grande fronte di ispirazione e idee, se usati nel modo giusto e con l’intento di conoscere realtà artistiche e creative sempre nuove.

Vi voglio raccontare, o meglio voglio che sia lui a farlo, di un ragazzo che ha riscoperto quello che un tempo era un prezioso servizio, direi indispensabile, per chiunque volesse aprire un’attività commerciale o professionale e che volesse comunicare la sua presenza ai suoi potenziali clienti.

Si tratta dell’attività “dell’insegnista” una parola che non spiega nemmeno lontanamente quanta arte e creatività ci siano in questo lavoro.

Lui è Loris Lillo, o per dirla come si presenta lui, con maggior musicalità, è Lillo Loris e l’ho incontrato al festival del Made in Italy organizzato da Eccellenze Italiane a Milano, dopo aver visto di lui su Instagram

Parto da una tua bellissima frase: “Un’insegna dipinta a mano invecchia, mentre quelle stampate, muoiono”. E’ un concetto bellissimo. Ce lo vuoi spiegare?


Grazie innanzitutto per la volontà di intervistarmi, è bello sapere che questa mia ricerca stimoli l’interesse di così tanta gente ultimamente. Il mio mestiere a volte può essere un po’ solitario, e in questo lungo viaggio mi è capitato di avere dei dubbi, che adesso fortunatamente si stanno diradando.
Per rispondere a questa prima domanda basta guardare in alto quando si passeggia, semplicemente le insegne moderne stampate invecchiando non acquisiscono valore, anzi, necessitano di essere sostituite, infatti per esagerare dico che “muoiono”, mentre quelle dipinte a mano col tempo assumono una patina che in pratica è un valore aggiunto. Tra l’altro raccontano tante storie, perché sbiadendo riemergono le pennellate che mostrano l’anatomia delle lettere, o quella che a me piace chiamare “estetica funzionale”.

Come nasce questa passione per un’attività così particolare?


Sono sempre stato appassionato di lettere, fin da bambino i graffiti catturavano la mia attenzione, e senza nemmeno rendermi conto passavo pomeriggi interi a disegnare lettere solo per il gusto di farlo. Poi quando sono venuto a Milano per studiare Graphic Design e Art Direction ho iniziato a studiare le lettere più seriamente, fino a che un giorno dopo tanti workshop di calligrafia più classica non ho scoperto l’arte del “Sign Painting” grazie ad un artigiano americano che girava il mondo per insegnare questo mestiere quasi scomparso. È stato amore a prima vista, infatti è stata proprio la gestualità del pennello a stregarmi, così come accadde per la calligrafia più classica qualche anno prima. Quindi posso dire che le lettere sono sempre state un comune denominatore nella mia vita, e adesso sono diventate il mio lavoro.

La tua manualità è incredibile ed è sicuramente un dono, ma credo che ci sia dietro anche moltissimo esercizio


Ti ringrazio per questo bel complimento.
Certo, c’è tanto esercizio, ma anche gli strumenti giusti, nel senso che ad ogni lettera corrisponde un corretto strumento per essere disegnata, infatti alcuni pennini e pennelli facilitano l’esecuzione. Per esempio nell’ambito delle insegne si usano pennelli con setole molto lunghe che permettono di fare linee più morbide. Quindi sicuramente è il frutto di tanti anni di esercizio, ma anche della capacità di usare i giusti attrezzi del mestiere.
Quali sono i materiali che utilizzi?

In generale uso di tutto in fase di progettazione e di sperimentazione.
Per quanto riguarda l’esecuzione delle insegne e delle vetrine invece utilizzo degli smalti speciali che sono particolarmente coprenti e resistenti, ma soprattutto il mio materiale preferito, ovvero la foglia d’oro. Utilizzo una foglia d’oro che acquisto da un’azienda Fiorentina che ha ben 400 anni di storia. L’oro è un materiale che si è sempre usato nelle insegne e nelle vetrine perché non ossida, da un punto di vista chimico è un metallo inerte e quindi preserva la sua luminosità e brillantezza per sempre. Dettaglio importantissimo e che ci tengo a sottolineare, è  che utilizzo vero oro nei miei lavori, lo preciso sempre, perché è un’informazione fondamentale che spesso non viene compresa.

Chi sono i tuoi clienti? Credo che al di là delle attività commerciali, i campi di applicazione possano essere molti altri.


I miei clienti sono molto diversi, come ti dicevo io sono sia un Grafico che un Artigiano, mi piace sia progettare le identità di Brand, che dipingere i loghi precedentemente progettati sulle insegne e sulle vetrine. Quindi mi capita di prestare i miei servizi a scopi del tutto digitali, come per esempio copertine di album musicali, packaging, pubblicità o semplicemente ovunque servano delle lettere disegnate a mano. Mentre per quanto riguarda la mia parte artigianale, lavoro anche per privati, perché credo che questo mestiere permetta di creare delle finiture talmente emozionanti che sarebbe un peccato se si limitassero solo alle insegne dei negozi, quindi mi piace l’idea che possano diventare dei quadri, anche celebrativi, visto il valore sia storico che effettivo dei materiali durevoli e preziosi con cui sono realizzati.

Comunque una delle più grandi fortune di questo mestiere è poter lavorare un giorno per una salumeria, uno per una gioielleria storica e la settimana dopo per un musicista che ha bisogno di una cover per il suo album.
Che tipo di lettering preferisci? Hai anche creato qualcosa di tuo, in termini di font?

Non ho preferenze particolari, ma sicuramente il corsivo a pennello è il più piacevole da eseguire, e quello che mi trovo ad usare quando devo scrivere in fretta. Invece per quanto riguarda i font, no, non ne ho ancora creato uno mio, semplicemente per questioni di tempo, poiché creare un font a volte può richiedere anche anni, quello delle lettere è un mondo davvero sconfinato. Però ci sto pensando seriamente, quindi presto potrebbe accadere.

Come avviene la genesi che porta dalla richiesta alla realizzazione del prodotto finito?
Immagino ci sia molta commistione tra creatività e tecnica


Allora, solitamente cerco di fare delle domande per capire cosa ha in mente il committente, poi è fondamentale vedere delle foto della facciata e dell’arredamento per cercare di creare qualcosa che rappresenti l’essenza del locale. Dopo questa fase di studio passo alla progettazione, parto quasi sempre con carta e matita e mostro al cliente delle bozze, successivamente si scelgono i colori e aiutandomi con dei campioni mostro al cliente delle possibili finiture.

I tempi di realizzazione sono molto lunghi?

Dipende dai periodi. Questo in particolare è un momento molto impegnato perché ci sono tanti negozi che si rifanno il look prima della stagione estiva, quindi i tempi di attesa possono essere un po’ più lunghi. In generale però dipende dalla complessità della lavorazione e comunque si, ci vuole un po’ di pazienza, perché per fare le cose bene ci vuole tempo.

Ci vuoi lasciare i tuoi contatti per chiunque fosse interessato?

Certamente, vi lascio la mia mail, ma se qualcuno volesse richiedere un preventivo può trovare nel mio link in bio su instagram un questionario che ho preparato per comunicarmi le prime informazioni utili.
Instagram: @Lilloletters
Mail: lilloloris@gmail.com

Grazie davvero, è stato un grande piacere conoscerti e complimenti per ciò che fai, è sempre bello vedere come sia possibile sviluppare il proprio concetto di bellezza in molto modi


Grazie a voi per dare eco a mestieri come questo che meritano di essere preservati. Quando ho iniziato a studiare questo lavoro stava davvero per scomparire dal nostro paese, quindi grazie di cuore, a nome di tutti gli artigiani.
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